Migliaia di metri quadrati, superfici costruite, cementate, parcheggi, prefabbricati, svincoli per aree industriali, artigianali o commerciali dismesse o abbandonate.
Sull'euforia edilizia degli anni 80, 90 e 00, fino a poco prima dell'avvento della crisi i margini delle città e dei paesi si sono riempiti di grandi quantità di cemento. "Speculazione edilizia" a parte, la voglia di costruire si è allargata ben oltre le reali necessità, producendo una galassia di "non luoghi" in rapida espansione.
Poi la crisi incombe: i centri commerciali falliscono, e là dentro supermercati e showroom chiudono, negozi e spazi commerciali rimangono abbandonati. Segni di un'utopia economica di breve durata, questi scheletri ingombranti non si dissolvono con altrettanta velocità. Il contenuto svanisce ma il contenitore no: metri cubi inutilmente sottratti alla collettività, velocemente riempiti e adesso vuoti come mai. Tristi, ricoperti di cartelli "vendesi" e "affittasi".
Cadaveri davanti ai nostri occhi, a volte immensi. Ormai fatiscenti, nuovi già vecchi, svuotati di vita e di funzione, tracce eterne di un'umanità troppo ansiosa di espandersi, e troppo fiduciosa in se stessa.
Da un po' di giorni mi assilla in testa questa frase: " il Mercato si autoregola ".
E' una frase che ho sentito spesso negli anni, durante le lezioni, da professori e politici, e mi lascia sempre perplesso.
Il Mercato si Autoregola.
E' come un lavandino con un tracimatore ( il buchetto sotto il rubinetto) che quando entra troppa acqua la allontana lasciando sempre lo stesso livello di pelo d'acqua. O come una bilancia.
Questa è la prima ipotesi che mi viene in mente.
Essendo però il Mercato composto da esseri umani di fatto, sotto forma di entità fisiche e giuridiche che scambiano beni e servizi, c'è sempre la componente psicologica e sociologica che lo influenza.
Questo mi fa pensare al Mercato come una enorme rotatoria stradale con miliardi di innesti dove miliardi di automobili, tir, autotreni, carrettini, biciclette, motorini, entrano e cercare di rimanere "in pista" più a lungo possibile.
Come nella vita vera spesso avvengono incidenti, tamponamenti a catena e spesso ci scappa il morto.
Il mercato si autoregola.
Se hai una bicicletta è facile finire sotto un tir o sotto una utilitaria, se invece hai una buona guida ed una buona macchina sfrecci tra gli altri come coltello nel burro.
Questa frase però continua ad ossessionarmi.
Non è possibile ridurla ad un esempio così semplice.
Infatti questa frase è la spiegazione più riduttiva dell'enorme apparato globale, internazionale, regionale ed interpersonale che il Mercato possa avere.
Spesso il mercato viene paragonato all'oceano, con i miliardi di pesci e le miliardi di speci.
La natura selvaggia che si nutre di se stessa e dove non esistono scompensi ma tutto tende all'equilibro.
Ecco, questa potrebbe essere il paragone migliore.
Nella natura, in questa ormai idilliaca "natura", con i suoi leoni e le sue gazzelle, ci sono predatori e prede e il più forte sopravvive.
Anche nel mercato avviene ciò ma a differenza della natura, dove l'equilibrio prima o poi viene raggiunto, nel mercato l'equilibro sarebbe la fine.
Nella natura la vita passa da un essere vivente ad un'altro cosi' da perpetrare il circolo e tendere all'equilibrio.
Nel mercato sono le transazioni ad essere la vera energia. Il denaro, non tanto in se quanto il denaro utilizzato o utilizzabile.
Vendo. Compro. Accumulo. Perdo.
I capitali non sono altro che delle enormi batterie che hanno sempre bisogno di una "differenza di potenziale" per poter funzionare.
Se paragoniamo l'equilibrio elettro fisico alle transazioni, capiamo che l'equilibrio equivale alla morte del Mercato stesso.
La cosa strana è che il Mercato, che è stato creato dall'uomo, che ha bisogno dell'uomo, non tiene affatto alla vita stessa dell'essere umano, ma lo consideri solo un usufruitore o un accumulatore.
Quando per smaltire un nave, quando si deve estrerre un materiale, quando bisogna produrre un prodotto, quando si specula su altri capitali, il Mercato non guarda in faccia a nessuno, ma punta solo al massimo introito col minore dispendio, così da accumulare energia e mantenere una "differenza di potenziale".
Inquinamento, estinzione animale, sfruttamento, guerre. Tutto in nome del profitto e dell'accumulo.
Ovviamente è l'uomo stesso che dà vita al Mercato e lo fa a discapito di altri esseri umani.
Ma il Mercato si autoregola.
Quindi l'uomo si autoregola.
Quindi l'uomo cerca di sopravvivere all'uomo.
Quindi siamo tutti contro tutti.
Per aiutarci ed eliminarci a vicenda.
In un'epoca in cui il precariato è la base, se non sai fare niente, sai far tutto.
Il mio eroe riesco a trovarlo solo in un fumetto...si chiama Kintaro Oe ed è un ragazzo 25enne protagonista del manga "Golden Boy". Il suo motto è "Imparo!".
Con la sua biciclettina gira per il Giappone cercardo di imparare il piu' possibile da tutto ciò che incontra sulla sua strada.
Stanco dell'università che gli ha già insegnato tutto, accetta qualsiasi tipo di lavoro pur di imparare con l'esperienza, ritrovandosi, suo malgrado, a lavare i gabinetti di un qualche ufficio gestito da belle e procaci ragazze.
Ma a lui non importa. Riesce sempre nel suo intento: imparare.
Questa condizione di precario esiste sin dagli anni ottanta in Giappone. Giovani compresi tra i 18 e i 35 anni chiamati freeter, che saltano da un posto a l'altro seguendo il lavoro.
Inutile dire che in Italia la situazione di precariato si inizia a sentire solo da una decina di anni o forse meno. I giovani non possono far altro che saltare da un lavoro ad un'altro, da contratto a contratto, di casa in casa, sperando di raggiungere il loro equilibrio.
E' una condizione a cui bisognerebbe abituarsi, poichè in un sistema globalizzato, dove a muovere denaro son solo i ricchissimi, i restanti 6'999'990'000 di persone non possono far altro che seguire il flusso da una parte all'altra del globo.
Arrangiandosi come meglio possono ed imparando, appunto, sulla loro pelle.
In questi mesi sono successe un bel pò di cose nel nostro paese.
Sono
state vinte le elezioni da tre diversi schieramenti contemporaneamente;
è stato rieletto un Presidente della Repubblia uscente; la destra e la
sinistra si sono alleate per formare un governo e salvare il Paese...o
loro stessi; è morto Giulio Andreotti, evento sperato da molti e mai
avvenuto. Berlusconi è stato condannato in appello a 4 anni di reclusione per uno dei suoi tanti processi, anche questo sperato da molti.
Il
paese è in crisi, la politica è in crisi, l'Europa è in crisi, i
disoccupati son in crisi, i lavoratori sono in crisi, l'industria è in
crisi, l'agricoltura è in crisi...anche Noi siamo in crisi.
Cerchiamo di focalizzare il senso di questi giorni, senza però capire fin in fondo il quadro generale.
Noi
del memo cerchiamo di tirarci su di morale, senza dover ricorrere al
Prozac, pubblicando il diciottesimo numero, dedicandolo alla crisi.
Crisi esistenziale, con il film "Blade Runner" nella rubrica Film-o-Crat
Crisi del medio oriente in " Per citarne uno..."
Crisi culturale in "#DerivaCulturaleDiUnPaese"
Crisi Globale in "Week-QR"
L'umanità ha sempre guardato al futuro come alla speranza di un mondo migliore e nella remota possibilità che tutto andrà per il meglio. Ci sarebbero tante soluzioni per queste crisi, ma Noi non le conosciamo e probabilmente non le riveleremmo se le conoscessimo...
Si, esistono i mobili per contenera i cani. Utili per non farti mangiare i mobili quando vai in vacanza. Sempre che tu non abbia un collare a scossa elettrica, per non sporcare il tappeto buono. Ho tagliato la coda a Poppy perchè scodinzolava troppo e mi ha rotto due vasi molto cari.
Ho preso per lui dei cappottini molto carini con la S di Superman ed il venerdì è il giorno di toletta. Per la mammina e per il piccolo Poppy!
Dieciassette..come diceva la mia professoressa di disegno...
Siamo pronti! Non siamo pronti...
Dopo gli Tsunami, dopo le Veline, dopo i "stiamo mica a...", siamo tornati con un nuovo numero del John's memos. Registriamo la realtà e ne sintetizziamo il tutto in un'unica pagina A4.
Troverete alcune nuove rubriche che sono dedicate alle nuove frontiere dell'umana conoscenza e nuovi spunti di riflessione su cui dibattere e discutere. Abbiamo deciso di abbandonare ( per il momento ) le avventure dell'Onorevole Seghella ( venuto a mancare tra i rieletti alle ultime e-lezioni ) e sostituirla con il progetto Global-evo ( come sarebbe il mondo odierno se non ci fosse stata la rivoluzione Francese? ).
TreniTaglia è ormai un cult ed essendo noi un gruppo di nicchia, l'abbiamo scartato per far spazio alla rubrica #DerivaCulturaleDiUnPaese, che Follawa la vita quotidiana da vicino.
L'era informatica ci permette cose che Gutemberg non avrebbe mai immaginato e noi le sfruttiamo a nostro vantaggio, come la nuova rubrica Week-QR, che sfrutta le nuove tecnologie per decifrare messaggi nascosti.
Forse non molti hanno capito la nostra rubrica "Weeknil" dedicata ai web link consigliati da Noi.
Molti pensano che siano solo dei collegamenti a delle pagine internet specifiche.
In realtà Noi abbiamo cercato di mostrare in pieno l'estetica stessa della serie alfanumerica in se.
Come per i geroglifici o il codice di Hammurabi, anche i "link" hanno si una funzione linguistica ( linguaggio informatico ), ma hanno anche una "bellezza estetica", o perlomeno hanno il fascino misterioso dell'ignoto.
Con l'evoluzione tecnologica ed informatica, sono stati sviluppati nuovi "codici linguistici", come ad esempio i segnali stradali o i simboli standardizzati ( il simbolo dell'aereo per indicare l'aereoporto, omino e donnina per indicare il bagno, etc.).
Noi di John's memos abbiamo deciso di provare un nuovo esperimento e rendere il Nostro free-press ancora più attuale. Il progetto si chiamerà "Week-QR" e verrà introdotta nel prossimo numero del John's memos al posto di "Weeknil".
Il Qr code è un codice a barre bidimensionale, il quale permette, scansionato attraverso smartphone o appositi scanner, di accedere ad una qualsivoglia informazione memorizzata.
Ultimamente è molto utilizzato in molti ambiti: dalla semplice brochure pubblicitaria, ai biglietti aerei, alle informazioni personali.
Lo spunto al progetto "Week-QR" è lo stesso del "Weeknil", cioè l'estetica in se del codice stesso e il fascino dell'ignoto per un possibile video o messaggio o una qualsivoglia informazione.
Preparate quindi i vostri I-Phon per le prossime edizioni!
Stay tuned.