sabato 30 novembre 2013

Il Mercato si autoregola.

Da un po' di giorni mi assilla in testa questa frase: " il Mercato si autoregola ".
E' una frase che ho sentito spesso negli anni, durante le lezioni, da professori e politici, e mi lascia sempre perplesso.
Il Mercato si Autoregola.
E' come un lavandino con un tracimatore ( il buchetto sotto il rubinetto) che quando entra troppa acqua  la allontana lasciando sempre lo stesso livello di pelo d'acqua. O come una bilancia.
Questa è la prima ipotesi che mi viene in mente.
Essendo però il Mercato composto da esseri umani di fatto, sotto forma di entità fisiche e giuridiche che scambiano beni e servizi, c'è sempre la componente psicologica e sociologica che lo influenza.
Questo mi fa pensare al Mercato come una enorme rotatoria stradale con miliardi di innesti dove miliardi di automobili, tir, autotreni, carrettini, biciclette, motorini, entrano e cercare di rimanere  "in pista" più a lungo possibile.
Come nella vita vera spesso avvengono incidenti, tamponamenti a catena e spesso ci scappa il morto.
Il mercato si autoregola.
Se hai una bicicletta è facile finire sotto un tir o sotto una utilitaria, se invece hai una buona guida ed una buona macchina sfrecci tra gli altri come coltello nel burro.
Questa frase però continua ad ossessionarmi.
Non è possibile ridurla ad un esempio così semplice.
Infatti questa frase è la spiegazione più riduttiva dell'enorme apparato globale, internazionale, regionale ed interpersonale che il Mercato possa avere.
Spesso il mercato viene paragonato all'oceano, con i miliardi di pesci e le miliardi di speci.
La natura selvaggia che si nutre di se stessa e dove non esistono scompensi ma tutto tende all'equilibro.
Ecco, questa potrebbe essere il paragone migliore.
Nella natura, in questa ormai idilliaca "natura", con i suoi leoni e le sue gazzelle, ci sono predatori e prede e il più forte sopravvive.
Anche nel mercato avviene ciò ma a differenza della natura, dove l'equilibrio prima o poi viene raggiunto, nel mercato l'equilibro sarebbe la fine.
Nella natura la vita passa da un essere vivente ad un'altro cosi' da perpetrare il circolo e tendere all'equilibrio.
Nel mercato sono le transazioni ad essere la vera energia. Il denaro, non tanto in se quanto il denaro utilizzato o utilizzabile.
Vendo. Compro. Accumulo. Perdo.
I capitali non sono altro che delle enormi batterie che hanno sempre bisogno di una "differenza di potenziale" per poter funzionare.
Se paragoniamo l'equilibrio elettro fisico alle transazioni, capiamo che l'equilibrio equivale alla morte del Mercato stesso.
La cosa strana è che il Mercato, che è stato creato dall'uomo, che ha bisogno dell'uomo, non tiene affatto alla vita stessa dell'essere umano, ma lo consideri solo un usufruitore o un accumulatore.
Quando per smaltire un nave, quando si deve estrerre un materiale, quando bisogna produrre un prodotto, quando si specula su altri capitali, il Mercato non guarda in faccia a nessuno, ma punta solo al massimo introito col minore dispendio, così da accumulare energia e mantenere una "differenza di potenziale".
Inquinamento, estinzione animale, sfruttamento, guerre. Tutto in nome del profitto e dell'accumulo.
Ovviamente è l'uomo stesso che dà vita al Mercato e lo fa a discapito di altri esseri umani.
Ma il Mercato si autoregola.
Quindi l'uomo si autoregola.
Quindi l'uomo cerca di sopravvivere all'uomo.
Quindi siamo tutti contro tutti.
Per aiutarci ed eliminarci a vicenda.

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